Politiche sociali, ok al reddito di inclusione

Sarà utilizzabile dal 1° gennaio 2018. Oscillerà dai 190 euro mensili per una persona sola fino a 485-490 euro per un nucleo con 5 o più componenti, sostanzialmente in linea con l’attuale importo dell’assegno sociale per gli over 65 senza reddito. Sarà concesso per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi. E a beneficiarne saranno le famiglie con un reddito annuale inferiore ai 6mila euro (da dichiarare con un’apposita “precompilata”) e un valore del patrimonio, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro. È il Rei, il Reddito d’inclusione, che prende il posto dell’attuale programma Sia (il Sostegno per l’inclusione attiva in pagamento dallo scorso novembre). A rendere operativo questo nuovo strumento unico di contrasto all’esclusione sociale è il decreto legislativo di attuazione della legge sulla “lotta” alla povertà che è stato approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri dopo il primo esame del giugno scorso. Il testo manda in pensione l’Asdi prevedendo che dal prossimo anno le famiglie che attualmente beneficiano della vecchia carta acquisti dovranno passare al Rei.

Nella prima fase di operatività il Reddito d’inclusione sarà prioritariamente a disposizione dei nuclei con minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati over 55. Il Rei sarà “associabile” allo svolgimento dell’attività lavorativa ma non sarà compatibile con la fruizione da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare della Naspi o di altri ammortizzatori sociali per la disoccupazione volontaria. La platea dei potenziali beneficiari sarebbe di quasi 500mila famiglie pari a circa 1,8 milioni di persone. Con il provvedimento si stabilisce poi l’avvio del Piano nazionale per la lotta alla povertà che avrà cadenza triennale e l’obiettivo di estendere ulteriormente la platea dei beneficiari anche grazie alle nuove risorse che il Governo conta di “liberare” con la prossima legge di bilancio.

(Il sole 24 Ore)

 

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